Zolfo  Mercurio  Sale  Unione/Fissazione Secondo ciclo
Nell’introduzione abbiamo parlato in linea generale di Mercurio, Zolfo e Sale come dei tre principi filosofici essenziali per la manifestazione di una qualsiasi esistenza, e di come questi siano fortemente interconnessi con i quattro elementi Terra, Acqua, Aria e Fuoco. Adesso, invece, in maniera pratica, servendoci di un laboratorio fatto in casa, vedremo come sia possibile estrarre direttamente queste tre sostanze da una pianta da noi scelta. A questo proposito, durante il primo ciclo dimostrativo, cercheremo di descrivere dettagliatamente ciò che accade quando un essere appartenente al mondo vegetale viene posto sotto l’azione costante ed indiretta del fuoco. Osserveremo cosa di preciso accade quando una pianta viene distillata, messa a fermentare, carbonizzata e calcinata, cercando di seguire meticolosamente le varie fasi della sua scomposizione.
In natura, il processo di disintegrazione della materia o di un qualsiasi essere vivente, che esso appartenga al regno vegetale, animale o umano, avviene naturalmente e in ogni istante della vita, ma è un fenomeno cosi comune che difficilmente ce ne accorgiamo. Basti pensare, ad esempio, a ciò che accade quando l’uomo, spinto da uno dei suoi primi bisogni fisiologici, ingerisce del cibo per sfamarsi. Dopo aver consumato un pasto ci saremo di certo accorti, che qualcosa dentro di noi comincia a cambiare. Si modifica la chimica del sangue, la pelle del corpo diventa più sensibile al contatto, ci si sente più pesanti e la lucidità mentale comincia a diminuire: quello che in realtà succede è che il nostro organismo sta lavorando per distruggere il cibo. È in corso il processo meccanico di digestione e scomposizione delle sostanze ingerite, le quali, grazie ad agenti come il calore del corpo, le acque digestive, la pressione dell’aria ed una moltitudine di sostanze psichiche, sconosciute alla scienza odierna, vengono separate le une dalle altre, purificate ed infine nuovamente ricondotte all’unione e alla condensazione, riapparendo sotto forma di sperma (sia nell’essere maschile che femminile); esso contiene l’energia sessuale, il famoso "piombo" degli antichi alchimisti di una volta, che deve essere trasformato in "oro", luce.
Agli occhi di un attento osservatore, quale potrebbe essere ad esempio un chimico, un medico o un ricercatore che si occupa del funzionamento dell’organismo del organismo umano, il fenomeno della digestione potrebbe apparire come un fatto di "normale amministrazione", una comune routine. Infatti, la stragrande maggioranza degli esseri umani, oggi impegnati in una vita sociale sempre più frenetica, dove non si riesce a trovare il tempo per osservare o assaporare quello che si sta ingerendo, data la priorità del tempo che si dedica ad ingerire cibo rispetto al mangiare in sè, si accorge in maniera minima dei processi che accadono al proprio interno. Al di là di questa "comprensibile" mancanza di attenzione da parte dell’uomo nei confronti di se stesso e del corpo fisico, certamente non si può negare che quando immettiamo un insalata condita all’interno del nostro organismo, nel corso della digestione avviene un fatto abbastanza spettacolare, per non dire "magico": una pianta muore, viene scomposta e disintegrata per poi rinascere sotto forma di sperma, dandoci la possibilità di continuare a vivere e di ricreare la Vita dentro o fuori di noi. L’insalata, da pianta che era, adesso si è per noi trasformata in energia vitale.
Con quanto detto finora non abbiamo sicuramente la pretesa di aver scoperto "l’acqua calda", né di aver spiegato il processo di scomposizione di una qualsiasi pianta: abbiamo solamente appurato che, introducendo un essere appartenente al mondo vegetale in un alambicco e ponendolo sotto l’azione costante di un fuoco, avremo un’immagine che possiamo utilizzare come specchio nella comprensione del processo di digestione che avviene in noi.

Nel primo ciclo dimostrativo, dunque, ci occuperemo della scomposizione della materia e della successiva ricomposizione o assemblaggio delle parti purificate, che appaiono sotto forma di diverse sostanze. Solamente nel secondo ciclo dimostrativo seguiremo, sempre tramite lo stesso esperimento, tutti i diversi passaggi che segnano l’ulteriore trasformazione e sviluppo di questi principi filosofici.

Sempre in linea generale, per offrire al lettore una mappa sommaria, diremo che il processo da noi chiamato distillazione serve principalmente per estrarre lo Zolfo, ovvero l’olio essenziale della pianta, la sua anima; quello della fermentazione al fine di estrarre il Mercurio, lo Spirito, che si presenta sotto forma di alcool etilico; infine quello della calcinazione per estrarre il Sale, il corpo vitale della pianta, che si presenta in massa sottile polverosa simile ad un sale bianco finissimo. Queste tre sostanze possono essere considerate come i tre principi attivi della pianta.

Per la nostra dimostrazione abbiamo scelto una pianta molto generosa per le sue proprietà officinali: l’amico Rosmarino, una delle piante aromatiche più diffuse in tutto il mediterraneo, molto usato in ambito casalingo per condire pietanze nonché nella medicina alternativa, come la Fitoterapia, per le sue proprietà espettoranti, balsamiche e curative per le vie respiratorie.
Come spesso capita di leggere in parecchi testi alchemici, durante qualsiasi lavoro spagirico la pianta deve subire la sua scomposizione sotto un cielo favorevole, cioè quando gli astri sono posizionati in maniera tale da influenzare positivamente la morte della pianta nonché la sua rinascita. E dal momento che il Rosmarino è una pianta che subisce fortemente l’influenza del Sole abbiamo deciso di raccoglierla di Domenica (poiché la Domenica è il giorno del Sole), in primavera e sotto l’influenza della Luna Nuova e accendere la nostra fornace nell’ora del Sole: il tutto per facilitare il buon risultato del nostro esperimento dimostrativo.